L’intramontabile fascino dell’abito da sposa in pizzo

Abito da sposa in pizzo: l'eleganza senza tempo

L’intramontabile fascino dell’abito da sposa in pizzo

Questo articolo è stato aggiornato con un nuovo articolo del 23 febbraio 2023 sui nuovi modelli Luisa Sposa in pizzo macramè. Scoprili qui

 

L’abito da sposa in pizzo risale all’800, periodo in cui vi fu per la prima volta una tendenza netta ad utilizzare i merletti per gli abiti nuziali. In realtà questo tessuto veniva usato già in antichità come ornamento per altari sacri e solo per indumenti di biancheria.

Successivamente, a partire dai merletti, le lavorazioni di questi tessuti particolari conobbero evoluzioni verso il moderno pizzo: prima lavorati solo a mano, poi i disegni furono resi molto più complessi richiedendo l’utilizzo di utensili particolari come i fuselli e i tomboli. In questa lunga storia la sua importanza fu così centrale nel corso del tempo che varie tipologie di pizzo conservano il nome di città in cui ci si organizzò per la prima volta in veri e propri laboratori e industrie di produzione del pizzo. Non è stato fondamentale solo nella moda bridal, ma nell’abbigliamento femminile in generale, una vera rivoluzione: di certo il pizzo per l’abito da sposa dai tempi antichi non ha mai smesso di rappresentare l’elemento per eccellenza dei vestiti nuziali, in un connubio che ha creato da sempre fascino e seduzione. Come tutte le storie di costume e di tradizione sartoriale, il pizzo rappresenta una vera ricchezza, ancora oggi alcune tipologie di pizzo vengono lavorate solo a mano. È un intreccio particolare e irregolare di filati che, partendo da un solo filo, riesce a creare disegni e forme diverse, lavorato con molti anelli e spazi aperti per creare motivi delicati e per lo più floreali. Luisa Sposa realizza da sempre abiti da sposa con diverse tipologie di pizzo: il macramè, lo chantilly e il rebrodé. Uno dei modelli più amati della nuova collezione Luisa è l’abito bon ton a sirena, realizzato interamente in pizzo e spezzato da cintura a vita alta. È possibile combinarlo con elementi in tulle di seta, ad esempio con maniche balloon staccabili e sontuose sopragonne.

Il pizzo macramè, nodi di volume

Il pizzo macramè proviene dal mondo arabo e la sua lavorazione originariamente derivò da un’antica tecnica marinara con filati intrecciati e annodati alla cui estremità vi erano delle frange; oggi è il tipo di pizzo più consistente e corposo. Il filato che lo compone è molto più spesso dello chantilly e proprio per questo l’intreccio realizzato a nodi è in genere indicato per dare maggiore volume all’abito, elegantemente strutturato e volumetrico. Il macramè è infatti un pizzo dall’effetto sostenuto, regale, che consolida la figura. Luisa Sposa ha realizzato diversi modelli di abito in pizzo macramè, eccone uno dallo stile quasi tribale, per chi ama il boho-chic nella sua fusione tra vintage ed effetto romantico. 

Un altro modello, con un raffinato motivo decorativo; è lo stesso della cappa che, sostituendosi al velo, crea continuità in un effetto elegante e statuario e la manica è a calla, stile anni ’70. 

Il pizzo chantilly, trasparenze impalpabili

Il pizzo chantilly che prende il nome dall’omonima città francese, in cui fu prodotto per la prima volta, è leggero e molto raffinato. In origine veniva finemente lavorato con la seta, oggi invece la composizione in cotone è altamente pregiata. Una tipologia di pizzo che per la sua delicatezza arricchisce e impreziosisce i tessuti, anche in sovrapposizione e senza appesantirli. Generalmente è molto richiesto perché è una varietà di pizzo adatto a qualsiasi composizione e rivisitazione. L’abito con questa tipologia di pizzo è color champagne, di delicata combinazione decorativa; esalta la silhouette con eleganza. 

Il pizzo rebrodè, dettagli in risalto

Il pizzo rebrodè è una trina che risalta particolarmente, spesso lavorato già su pizzo chantilly ma profilato a rilievo con cordoncino, spesso anche in filo lucido. È un ramage floreale, un pizzo che realizza dettagli in una trama visibile e importante, per la sua particolarità viene utilizzato anche per l’intera composizione dei corpetti. Luisa Sposa ha realizzato un modello di abito in pizzo rebrodè con top combinato e coda rimovibili. La creazione dell’abito prevede una variazione stilistica: una versione a maniche lunghe e una con scollatura omerale. L’ultima mette in risalto le spalle con un effetto molto ricercato e ad altezza off shoulder.

Il pizzo con i tessuti pregiati, eleganza ed effetti originali

Luisa Sposa con la sua maestria sartoriale combina il pizzo anche a tessuti pregiati, la realizzazione conferisce luce e impreziosisce l’abito; è il caso del mikado in seta, già di grande impatto visivo. L’effetto lavorato del pizzo rende l’abito in mikado ancora più importante: in questa combinazione di diversi tessuti, il corpino è in macramè e riporta sulla cintura dei punti luce in strass che illuminano e sottolineano il punto vita. Il colletto lavorato ad effetto collier enfatizza il decolleté e la figura. 

L’abito da sposa in pizzo è sempre una delle scelte più amate dalle spose, le sue caratteristiche di lavorazione amplificano le intuizioni sartoriali, come in questo abito in cui Luisa Sposa crea il focus sulla schiena: come ammirare un quadro d’arte grazie al pizzo ad effetto tattoo, l’immagine risalta come si fosse catturati da una pittura su pelle, da onde e movimenti di tessuti.